Ho avuto il piacere di fare due parole con Antonio Bravo, illustratore spagnolo che in più occasioni ha firmato grafiche per Dolly Noire. Abbiamo parlato di visione, creatività e della percezione di questa nella sua realtà. Occhio all’intervista!
Qual è stata la prima grafiche che hai realizzato per Dolly Noire? Inizia così, con un flashback, il mio incontro con Antonio Bravo, talentuoso illustratore (creativo, precisa in seguito) di base a Siviglia e collaboratore di Dolly Noire in più occasioni: era basata sulla Divina Commedia, racconta: Dante, Virgilio e un enorme leone con le corna.
Antonio è graphic designer ma anche laureato in storia, grande passione che permea i suoi lavori. L’intesa con Gioele Castelvetere, Direttore Artistico di Dolly Noire, è immediata e genuina e la collaborazione si rinnova più volte proprio per questa genuinità di fondo, oltre che per la visione e l’impatto grafico di Antonio.
Perseverare è diabolico (e funziona)
Altro flashback, questa volta nasce dalle parole proprio di Antonio: mi sono sempre piaciute le storie, di qualsiasi tipo (romanzi, fumetti, film), che sono anche una fonte inesauribile di ispirazione e di idee, soprattutto quando si tratta di disegnare. La mitologia possiede qualcosa di universale e iconico. Scuola superiore e tanta applicazione. Studia, applicati, ripeti.
Mi racconta gli inizi del suo percorso, le prime pubblicazioni, dalle sue parole traspare tanta voglia di mettersi in gioco e, oltre a impegno e idee tanta costanza nel creare e cercare di raggiungere un pubblico sempre maggiore.
Da qui le collaborazioni con i brand e qualche spunto per i creativi all’ascolto: Se uno dipinge, ma non toglie dalla cartella i disegni, nessuno saprà che esistono, anche se sono brillanti. D'altra parte, bisogna avere pazienza e continuare sempre a esercitarsi per migliorarsi, senza accontentarsi.

Tutto il mondo è quartiere
Spesso quando si parla di lavori creativi come quello del grafico o dell’illustratore si fa fatica a farlo percepire come un lavoro a tutti gli effetti, perché quello è.
Antonio mi racconta che in realtà tutto il mondo è quartiere, essere artista in Spagna (o meglio, creativo, come precisa lui) non è tanto diverso che in altri Paesi. Questo afferma la sua esperienza e il suo continuo confronto con colleghi all’estero.
Gli domando, allora: come si fa percepire il valore di un’opera, di un lavoro come il tuo? Questa è una domanda complicata - riflette Antonio - spesso la gente non si rende conto del lavoro che si cela dietro un disegno.
Sottoscrivo pienamente. Ti lascio la sua riflessione, così, senza filtri: Spesso il pubblico percepisce il valore artistico o professionale del lavoro dell'artista a seconda delle dimensioni dell'opera. Per esempio, la gente non la pensa allo stesso modo se il tuo lavoro è fatto per un piccolo negozio di quartiere o per un marchio famoso internazionale. Si dà per scontato che il valore artistico di chi lavora per un marchio più blasonato sia automaticamente superiore. Questo può essere vero se parliamo di onorari e di impatto per l'artista, ma non deve per forza esserlo per quanto riguarda la qualità del lavoro.
Quale dei tuoi lavori realizzati fino ad oggi meglio rappresenta il motto di Dolly Noire “Stay Brave”?
Ci pensa un po’, Antonio Bravo, ora che le collaborazioni con Dolly Noire sono diverse e tutte sinonimo di grande entusiasmo e soddisfazione. E ci avviamo così a chiudere il cerchio della nostra chiacchierata: me ne vengono in mente un paio, sai? Forse il design di Invictus con il teschio, perché per me rappresenta la vittoria di fronte alle avversità e anche la perseveranza, il non arrendersi mai.