Redko parte come ambassador Dolly Noire e finisce per portare le sue illustrazioni nella collezione Madiba. La storia di come una passione, i giusti incontri e il mettersi in gioco possano portare a grandi soddisfazioni.
In alcune storie, ci sono ingredienti fondamentali che intervengono e portano a delle svolte. Nella storia di Redko, già ambassador che ora ha anche realizzato una grafica per una t-shirt Dolly Noire, questi ingredienti sono la passione, il lavoro, l'importanza di alcuni incontri e la capacità di cogliere le occasioni. Una storia che può offrire molti spunti su come l'investire in ciò che ci realizza, il crederci e il non aver paura di mettersi in gioco possa portare a belle soddisfazioni.
"Stavo finendo la terza superiore" racconta Redko, "non sapevo bene cosa fare, quando mi ha preso questo pallino dell'illustrazione/grafica. Ho visto un flyer dell'accademia di belle arti, e mi son detto, proviamo, vado a iscrivermi a questa accademia. Quando ho iniziato ero quello che aveva imparato Photoshop e Illustrator attraverso i tutorial su youtube. In acccademia mi hanno insegnato un varie cose tecniche il primo anno, però è verso la fine del secondo/terzo anno, gli anni che mi hanno formato veramente, ho capito l'importanza della grafica.
Sono partito con quelle quattro cavolate di disegnini che avevo iniziato a fare per conto mio. In accademia ho visto tutte le varie strade che nel settore grafico e Multimedia uno avrei potuto svolgere. Non sempre parti con l'idea giusta, ho avuto professori partiti come fumettisti e finiti a fare gli effetti visivi per Harry Potter, cambiando totalmente strada. Questa scuola mi ha dato un'infarinatura su un po' di tutto, e li ho capito cosa volevo fare. Ma il percorso didattico mi è servito soprattutto però grazie ad un professore che ho trovato. Penso che sia una fortuna trovare un professore che ti stravolge le idee e ti fa innamorare di qualcosa. Io ho avuto questa fortuna. Non l'avessi avuta direi che si, l'accademia tecnicamente mi è servita, ma avrei potuto anche non farla. Anche tra la gente che fa la mia accademia oggi trovo poche persone a cui interessa veramente.
Una persona a che ha davvero la passione per la grafica, l'illustrazione artistica e tutti questi mondi, appena ha tempo libero ci si dedica. Proprio perchè ne ha bisogno. "Non so casa fare? apro Illustrator, photoshop o prendo un foglio di carta e creo qualcosa." Poi tutto quello che si è creato va pubblicato. Oggi Instagram è un social geniale, così come il sistema degli hashtag. Puoi usarlo per far vedere al mondo le tue creazioni, o comunque per cercare pagine che condividono ed iniziare a crearsi dei contatti.
Entrare presto tra gli ambassador per me è stata una fortuna, poi il mio stile è piaciuto. Oggi anche il mio stile sta cambiando, le varie influenze che prendo da film, artisti, viaggi cambiano il mio approccio creativo. Diciamo che sto tentando di capire di più dove voglio arrivare stilisticamente.Il consiglio resta quello di fare, fare, fare e pubblicare sui social. Pian piano i riscontri arriveranno.Io intanto avevo iniziato a fare illustrazioni per conto mio.
Ed ero diventato ambassador perchè, avendo sempre fatto skate ed essendo dentro alla cultura streetwear, avevo notato questo brand emergente.La mia illustrazione è sempre stata influenzata dalla cultura street. Tecnicamente questo si riflette nelle linee di contorno, nere ed abbastanza grosse, che caratterizzano le mie creazioni. Anche adesso che sto virando più sul collage il background street lo mantengo sempre. Tra le mie influenze storiche in primis c'è Shepard Fairey (OBEY). Recentemente ho scoperto che, partendo dall'interesse per gli artisti attuali riesco a risalire ed interessarmi alla storia artistica passata. Parto da OBEY, ne noto le influenze, vado a recuperarmi la loro storia e ne scopro altre. Ogni passaggio è un altro mondo. Mi sono iscritto nella parte ambassador di Dolly Noire proprio perchè avevo notato alcuni contert di design. Mentre partecipavo ad uno di questi contest, sul gruppo facebook Dolly Noire ho iniziato a far girare un po' i miei lavori. Ho iniziato a vedere che alla gente piacevano, e gli stessi ragazzi di Dolly mi scrissero di mandargli dei poster da attaccare nello studio da loro. Quella è stata la base di partenza, a me gasava vedere le loro foto con i miei poster appesi in studio.
Dopo qualche tempo, Gioele mi contatta nuovamente e mi dice "Guarda, c'è un buco nella collezione Madiba. Se vuoi, questo è il brief". È stato fantastico. La mia prima mia proposta per la collezione era una maschera. Poi il brief è cambiato un po', avevano già una maschera, ed è diventato uno scudo. Non è stato un gran problema.
Mi son detto, bene, serve lo scudo? Ventimila pattern di scudo, ventimila pattern di Africa, mi son studiato un po' la situazione, ho messo tutto insieme e, dopo una settimana di continuo scambio, whatsapp, correzioni, sistemazioni varie è nato lo scudo della collezione Madiba. La soddisfazione che tutti i graphic designer vorrebbero avere è quando vedi un tuo lavoro stampato,o anche soltanto tu fai una prova di stampa di un tuo lavoro. È una cosa bellissima vederlo sul cartaceo.
Chiudere per un brand in cui sono entrato tempo fa come ambassador, e diventare il primo ambassador a disegnare una maglietta è spettacolare. Ora devo ancora vederla stampata, e quello sarà davvero un momento fantastico!".