Storie di vittoria, storie di rivalsa, storie di trionfo, contro tutti e contro tutto: abbiamo raccolto le storie di 5 sportivi africani, icone delle rispettive discipline
Lo sport è uno dei più grandi strumenti di rivalsa della società moderna. Passione, sudore e sacrificio permettono di raggiungere il successo, a prescindere dalle proprie origini e dalla propria appartenenza sociale. Quando si scende in campo non c’è nulla a differenziarci, se non il talento e le ore trascorse a migliorare e perfezionare le nostre capacità. Esistono tantissime storie di riscatto, vicende iconiche che negli anni si sono circondate di un’aura quasi leggendaria. Lo sport può elevare gli uomini e le donne a miti, a figure senza tempo, in grado di motivare ed ispirare chiunque, in qualunque angolo del globo. Anche in Africa, continente che ha ispirato la collezione Madiba, sono tante le storie di sportivi che hanno raggiunto trionfi incredibili. Calcio, basket, atletica, automobilismo: ce n’è veramente per tutti i gusti. Abbiamo deciso di raccontarvi cinque storie di atleti e atlete entrati nell’olimpo dello sport.
GEORGE WEAH
Per chiunque ami il calcio, è impossibile non conoscere George Weah. Liberiano classe ‘66, in Italia è conosciuto soprattutto per aver scritto pagine importanti della storia del Milan, nel quale ha militato dal 1995 al 2000. Il 1995 è anche l’anno in cui vince il Pallone d’Oro, primo calciatore non-europeo ad aggiudicarsi il titolo. Attaccante fulmineo, tecnico e abile nel dribbling, è spesso inserito nelle classifiche dei migliori centravanti di sempre.. Dopo aver vestito le maglie di Monaco, Paris Saint-Germain, Milan, Chelsea, Manchester City e Olympique Marsiglia, si ritira nel 2002. La sua figura continua ad ispirare milioni di giovani dal mondo della politica: nel 2018 è infatti diventato presidente eletto della Liberia.
MANUTE BOL
Nato in Sudan, Manute Bol rimane uno dei giocatori più singolari ad aver mai calcato i parquet dell’NBA. Nato in un villaggio di pastori nel ‘62, Bol raggiunse la straordinaria altezza di 231 centimetri, una cifra mostruosa. Arrivò negli Stati Uniti per il college, notato da uno scout durante alcune amichevoli, e dopo aver stupito il basket universitario fece lo stesso in NBA. Il suo fisico gracile lo rendeva poco efficiente in attacco, ma le braccia lunghissime diventavano un’arma difensiva micidiale: nonostante abbia militato nella lega per soli 7 anni, è il secondo di sempre per quanto riguarda la media di stoppate a partita (3,3 in 624 incontri) e primo nella bizzarra classifica di stoppate per minuto (0,176, ossia quasi due stoppate ogni 10 minuti). Fuori dal campo, ha contribuito allo sviluppo del Sudan fondando moltissime associazioni benefiche e fondando scuole e strutture per i più giovani. Si è spento nel 2010, a causa del peggioramento di una malattia che lo affliggeva da tempo.
JODY SCHECKTER
Il sudafricano Jody Scheckter ha un rapporto particolare con l’Italia: per due anni è stato infatti pilota in Formula 1 per la Ferrari. Nato e cresciuto a East London, in Sud Africa, si innamora prestissimo dei motori, poiché il padre possedeva un concessionario. Da giovane, la sua guida irruenta gli fruttava spesso delle squalifiche per guida pericolosa, ma col tempo imparò a controllarsi, diventato un grande pilota di Formula 1. Nel 1979 esordisce con la Ferrari, riuscendo nello stesso anno nell’impresa di portare a casa il titolo mondiale, vincendo ben tre Gran Premi. L’ottima intesa con il compagno di scuderia Villeneuve frutta alla scuderia del Cavallino anche il titolo mondiale costruttori. L’annata successiva va decisamente peggio, e Scheckter annuncia il ritiro a metà stagione. Ad oggi, rimane l’unico pilota africano campione del mondo di Formula 1.
HASSIBA BOULMERKA
La storia di Hassiba Boulmerka è quella della prima donna algerina a conquistare ori nei mondiali e nelle Olimpiadi di Atletica. Nata nel 1968 a Costantine, in Algeria, Boulmerka cresce e inizia la propria avventura sportiva in una società che mal tollerava simili prove di autonomia femminili, visto e considerato che avvenivano anche col viso, gambe e braccia scoperte. La sua stessa esistenza sembrava essere una provocazione, agli occhi dei fondamentalisti religiosi algerini; nonostante questo, i trionfi ai mondiali di Tokyo nel ’91 e alle Olimpiadi di Barcellona nel ’92 la inseriscono di diritto nell’olimpo degli sportivi algerini. Dopo il ritiro, collabora a lungo con il Comitato Olimpico, per poi tornare in Algeria e investire, diventando una donna d’affari di successo.
ABEBE BIKILA
Anche la storia di Abele Bikila, maratoneta etiope, si intreccia indissolubilmente con il nostro paese. Nato nel 1932 in un piccolo villaggio, nel 1960 partecipa e vince la maratona nei giochi olimpici di Roma, percorrendo l’intero percorso senza scarpe. La vittoria assume connotati storici: in pieno periodo di smantellamento del colonialismo europeo, Bikila diventa il primo africano a vincere un oro olimpico. Ripete poi l’impresa nel ’64 a Tokyo, e anche dopo un grave incidente che lo lascia paralizzato, continua a cimentarsi con diversi sport, partecipando nel ’72 alle paralimpiadi, concorrendo nel tiro con l’arco. Scompare prematuramente nel 1973: nel 2012 il suo nome è stato inserito nella hall of fame della federazione internazionale di atletica leggera (la IAAF).