Ho avuto il piacere di scambiare due parole con Umberto Monti, padre del brand Suomy, oggi partner di Dolly Noire. Come si lascia immutata l’essenza di un brand dopo tanti anni e un passaggio di testimone così importante come nel caso di Suomy?
Suomy nasce nel 1992 per volontà del suo fondatore, Umberto Monti, grande appassionato di motociclismo, oggi al mio fianco per parlare di brand, brand identity e made in Italy.
Si consolida negli anni, diventa leader nella progettazione e realizzazione di caschi racing equipaggiando piloti di livello mondiale come Max Biaggi, Loris Capirossi, Troy Bayliss, Andrea Dovizioso e tantissimi altri.
Allora perché porsi limiti? C’è sempre modo di migliorare, allargare i propri orizzonti. Suomy dà e riceve da quella stessa Moto GP, mi racconta Umberto, si perfeziona e si espande, verso altri settori dalla F1 allo sci passando anche per skate e ciclismo.
Know-how e quotidianità
Suomy vanta certificazioni e omologazioni di livello, frutto sicuramente di grande impegno e dedizione nel tempo. Si tratta di un continuo perfezionamento che lo ha portato a eccellere nelle corse sportive, del resto è qui che nasce e si plasma.
Ed ecco che tutto si traduce poi nella quotidianità aprendosi, dunque, a tutti: i piloti e gli sportivi professionisti ai quali ci siamo dedicati in questi anni, loro sono assolutamente gli utilizzatori più esigenti, sottolinea Umberto, fiero dei risultati raggiunti dal brand oggi.
Verso altri lidi
Il 2013 segna un momento storico perché la quasi totalità di Suomy, come marchio, viene ceduta ad un fondo di investimento privato che lo porta a Hong Kong. E qui, se vogliamo, iniziano ad emergere i punti in comune con Dolly Noire.
Come si arriva ad una scelta così? Il mercato della moto si è spostato verso oriente, in Europa e Stati Uniti si guarda sempre più a mezzi sportivi ecologici ed è per questa ragione che lasciamo il motorsport per dedicarci completamente agli altri nostri settori come ciclismo, sci, equitazione, skate.
Cedere anche solo parte del marchio a terzi è una scelta importante, è un po’ come separarsi da una parte di se stessi. Si tratta di una scelta ecologica che sta pagando in termini di numeri. Naturalmente il Know-how acquisito dal team work sulla sicurezza viene applicato a questi sport. Parola di founder.
Cosa è cambiato?
Il brand significa sicurezza, significa design, significa prima di tutto made in Italy. Queste caratteristiche rimangono in ogni prodotto e caratterizzano tutta la produzione. Così mi rassicura Umberto Monti quando gli chiedo se e cosa pensa sia cambiato da quando il testimone è passato di mano, come si sia conservata l’identità originaria del brand Suomy ora che è così lontano dalla sua terra natia, anche solo in taluni aspetti.
Nessuna differenza, la creatività resta made in Italy. Sono cambiati i costi di produzione ma questo da solo ulteriore forza al brand, oggi ancora più appetibile in termini di prezzo, aggiunge Umberto. Insomma, il cuore di Suomy è lì che pulsa, esattamente come in principio.
Stay brave, stay safe
Ci si è sempre rivolti ad una platea giovane, prima giovani sportivi del mondo delle moto, ora amanti dello sport e dell’aria pura. Mi avvio con Umberto verso la chiusa della nostra chiacchierata, arrivando alla collaborazione con Dolly Noire per i nuovi street helmet.
È la sicurezza Suomy da una parte, è il glamour di Dolly Noire dall’altra. Questo casco prodotto è un oggetto di sicuro interesse per chi ama questo sport e questo genere di attività ma vuole distinguersi.
Parafrasando il motto di Dolly Noire per Suomy potremmo dire: stay brave, stay safe.